venerdì 27 gennaio 2012

Il sabato dello scemo del villaggio


C'è gente che gennaio lo odia.
Finiscono le feste e si va incontro ad almeno due mesetti di freddo, di lavoro senza feste, ponti o vacanze, le giornate sono ancora corte ed i bimbi si ammalano.
È vero, per carità.
Ma io non riesco a dispiacermi. Forse, come il Leopardi, amo più l'attesa della festa che la festa.
Si, adesso mi paragono pure al Leopardi. No, per carità, sono molto più bello io.
Comunque sono ottimista, ecco.
Silver dice poco realista. Ma lei è pessimista (lei dice realista). Il bello che il Leopardi piace ad entrambi tanto che abbiamo un figlio che si chiama Giacomo.
Forse la speranza è un entità disposta in cerchio e Silver ed io, lei pessimista ed io troppo ottimista, alla fine, finiamo per trovarci comunque seduti accanto mano alla mano, che buffi saremo, se non ci avranno nemmeno avvisati. (Come direbbe Fossati. Cazzarola come scrive quell'uomo)
In ogni caso questa settimana ci sono state varie cose che hanno concimato per bene il mio ottimismo:

  1. Quasi tutti guariti. A parte Silver che, povera, ha ancora un tosse tisica che sembra la protagonista di quei film in bianco e nero sulla recessione. (
    Però la vita sta tornando alla routine: porta i bimbi al nido, lavora, mangia, letto (si dorme, baideuei). È rassicurante come la copertina sul divano.
  2. Ho scritto il testo di una canzone per mio fratello. Lui dice che scrivo bene. Io gli dico che ho visto Fossati in tv e che mi è passata la voglia perchè o così o niente. Lui mi ha consigliato di ascoltare Alex Britti. Sono cose che fanno stare bene.
  3. Mi sono iscritto (e sto cercando di convincere mio fratello) ad una jam blues rock. Non perchè cerchi la felicità fuori dalla famiglia. Ma perchè ai pargoli sparargli l'amplificatore a cento nel tentativo, scarsetto, di imitare Stevie Ray Vaughan pare brutto.

Così, in una pausa caffè di venerdì, s'annega il pensier mio...
E il naufragar m'è dolce in questo mare.

martedì 24 gennaio 2012

Il favoloso mondo di Gaetanì


Mi piace il sole nelle giornate fredde, alzarmi presto prima di tutti e gustarmi il silenzio della casa, alzare gli scuri e sentire il profumo del caffè che sale.

Mi piace vestire i marmocchi, e vederli uscire, tutti imbacuccati nei berrettoni di lana.

Mi piace la strada, quella conosciuta, che so dove porta

Mi piace la strada, quella sconosciuta, quando mi perdo; lì mi piace abbassare il finestrino e sentire i rumori dei posti sconosciuti.

Mi piace fare cazzate e scoprire ogni volta persone nuove disposte a perdonarmi

Mi piace Silver che non si è ancora stancata di dirmi che i calzini vanno raddrizzati

Mi piace accendere l'autoradio e poter scegliere tra gli Ac/Dc, i Pink Floyd, lo Zecchino D'oro, De Andrè, The Smiths, Dire Straits, la messa di Natale,i REM, i Radiohead, le musiche della Disney, i Gov't Mule e l'ultimo cantante che ho scoperto solo ieri.
Mi piace Silver che mi dice: ma dove cazzo li trovi questi che cantano
Mi piace prendere la chitarra, accordarla e dirle: "adesso ti faccio vedere io"

Mi piace cucinare in modo semplice, inventando ispirato dalle date di scadenza

Mi piace quando cucina Silver, che forse anche di più

Mi piace non buttare nulla

Mi piace salire a salutare i miei e fermarmi a guardare un pezzo di partita con mio padre e parlare di calcio come se in quel momento non ci fosse nulla di più importante

Mi piacciono le mani sporche, la minestra sui capelli, i lego sul pavimento, la stanza sgombera, i lego sul pavimento, l'ordine, i lego sul pavimento e... vabbè, quando vanno a letto

Mi piace la casa di notte, fare il giro delle stanze a chiudere gli scuri e controllare che tutto sia a posto e godermi il silenzio.



Mi piace che stiamo tutti bene

mercoledì 18 gennaio 2012

Fahrenheit 102,2


Mi sono sempre piaciuti i film catastrofici. Quelli belli, anni 70. Avete presente? L'avventura del Poseidon, Airport (vari), Inferno di Cristallo (ahhh, voglio una vita come Steve McQueen).
In tempi recenti sono tornati un po' di moda: Deep Impact, The day after tomorrow, che tra l'altro riprende il titolo di uno dei film che mi ha fatto passare più notti insonni da bambino “The day after”. Lo conoscete? Conoscetelo, per cortesia. E fate finta di essere un bimbo di 10 anni nei primi anni 80, quando la Russia era ancora Unione Sovietica, c'erano i boicottaggi olimpici, la corsa agli armamenti, gli euromissili e lo scudo spaziale. Poi mi saprete dire. Anche se credo che visto ora abbia tutt'altro sapore (per fortuna).
Va ben, ma non volevo parlare dell'Unione Sovietica, che già ci sono un sacco di persone che pensano che io sia comunista.
E, a dire il vero, non volevo nemmeno parlare dei film catastrofici, in senso stretto.
E allora che cazzo vuoi? Direte.
No, è che da domenica vivo in una situazione degna di un buon copione fantacatastrofico anni 70-80.
Ha iniziato Mari-chan ancora venerdì: febbre (non alta ma febbre). Domenica Silver (39,8°). Ok, no problem: Pee va al nido, Mari e Moe dai nonni e Silver se ripija a casa. Lunedì Pee (39,5°) ma pure nonna c'ha 39°. 
In ginocchio sul divano abbiamo recitato tutti e cinque i misteri dolorosi del rosario, litanie dei santi e della madonna compresi e abbiamo chiamato Tata Francesca, la superbabysitter. “Non avendo in programma di venire, ho lasciato la macchina a mia figlia”. Giaculatorie, rogazioni, lodi e vespri.
Il nonno va a prendere la babysitter, e la porta tra noi. Io disdico tutti i miei impegni e resto al capezzale del resto della famiglia.
Ma non è finita. Martedì mattina, pensando che Mari-chan fosse nidabile dopo il lunedì sfebbrato, la sveglio per caricarla in macchina. 39° (recitato passi del deuteronomio)
Nel pomeriggio il bollettino si aggrava: nonno 38,5°, cognato 38,5°, nipote 38,5°.
Badare bene: si sono malati tutti sul versante “materno” della famiglia. I miei stanno da dio. Io sto da dio (nei limiti di come si possa stare da dio con 4 stufette smoccolanti per casa).
Così ho elaborato una teoria. A casa nostra è sempre stato freddo. Mia madre ha sempre considerato i termostati dei marchingegni infingardi che non te la raccontano giusta. Secondo lei se segnano spento, comunque quel led rosso un po' riscalda. Così lo scollega direttamente. E poi lo lascia così. Il cane ed il gatto ci mettono il carico da 11. Sanno aprirsi le porte e finestre ma mica le richiudono. Da ragazzo studiavo a 15°. Uscivo a passeggiare per scaldarmi.
In sostanza siamo temprati.
Ah, poi pulivamo poco. Mica perchè siamo zozzi, ma perchè non ci sono casalinghe. Lo standard si è adeguato per necessità. La frase strategica è “Daghe on spasson al pi grosso” con le varianti “on graton”, “na passada” e “on russon”. 
La scena madre è stata quella volta che Silver, finiti gli esami all'università, per festeggiare mia fa: "ti pulisco il bagno". Trovata una spazzola dice: "Questa spazzola è piena di capelli, che schifo... per curiosità, chi ha i capelli lunghi?" 
"Nonna"
"Ma non è morta, scusa?"
"Si, nell'88. Me lo ricordo perchè ero in terza media"

Abbiamo gli anticorpi che girano armati fino ai denti.
Silver dice che è una cazzata. Ma lei è un po' ordinata compulsiva, non fa testo. Qui si fa scienza empirica, mica pizza e fichi.

giovedì 12 gennaio 2012

Tracce di DNA


Se c'è una cosa che non sopporto sono i tecnicismi. Mi fanno proprio incazzare. E c'è da dire che lavoro in un settore che credo sia uno dei più prolifici untori di tecnicismi inutili (che vengono definiti dalla sociologia contemporanea tecnicismi del cazzo).
Mi tornano sempre in mente le parole di un professore all'università che diceva quanto siamo bravi noi psicologi (ed ancora peggio gli educatori) a darci un tono usando terminologie ad hoc: “il minore ha agito un comportamento aggressivo etero-diretto con l'arto superiore destro al volto del compagno”. Diocristo, un pugno gli ha dato!
E ancora peggio sono i giornalisti; ad un tratto qualcuno usa il termine “devolution” e giù! Tutti ad usarlo, senza nemmeno sapere cosa significhi. “Welfare”... “New economy”, “Il Default”, “Lo spread del bund”, “il bus del cul”. E nessuno che si prenda la briga di spiegartelo una volta una, il significato.
Da qualche tempo a questa parte va per la maggiore, nella cronaca nera, la traccia di DNA. “Sul pedale della bici di Stasi c'erano tracce di DNA”. “Tracce di DNA attorno al prato dove è stata rinvenuta Yara”. E via così
E al bar tutti a parlarne: “l'è sta la Franzoni a copare el toseto, ghera tracce de DNA”
Ma che minchia sono le tracce di DNA? Sono pezzi di doppia elica? “Hey, hai della citosina sulla faccia!”. “Ho la maglia sporca di guanina”. “Cos'è quel filetto sul maglione, lana di vetro? No, DNA”

Il DNA porta i nostri tratti genetici. Io nei miei figli vedo dei tratti che ricordano i nonni, gli zii e, soprattutto Silver e me.
Gli occhi azzurri di Pee arrivano da me, dalla mia famiglia d'origine. I riflessi rossi dei capelli di Moe sono una diretta derivazione della chioma ramata della mamma. Anche il carattere è scritto, almeno in parte, nel DNA. Altrimenti come si spiega la differenza abissale dell'indole dei due gemelli?
Per non parlare delle propensioni. Ieri Pee, ad esempio aveva mezzo indice infilato in una narice. E ad un tratto ho capito fuor di ogni dubbio che è proprio figlio mio. Sempre tesi ad estrarre una traccia di DNA

Ah! Ringrazio di cuore tutti, ma proprio tutti, quelli che in questi giorni si sono fatti vivi sul blog, su twitter, skype o “semplici” sms per inboccalupare l'operazione di Moe. Mi hanno fatto molto piacere. Davvero, grazie. È andato tutto bene e siamo di nuovo a casa.

lunedì 9 gennaio 2012

Recovery Moede

Oggi abbiamo ricoverato Moe per quella maledetta ernia inguinale.
Negli ultimi tre anni siamo diventati di casa qui. Prima Silver, con il cesareo d'urgenza per Marichan, la lesione alla vescica e il conseguente ricovero più lungo. Poi i gemelli, con la loro minaccia d'aborto, la successiva maturazione polmonare, la nascita, la TIN per Pee e l'ittero per Moe. E poi ancora gli altri: il papà diSilver, uno dei "miei" ragazzi di lavoro investito da un'auto, un altro con blocco renale.... Cose così.
E ogni volta giù di organizzazione teutonica: chi tiene chi, chi fa la notte, dove mangiano i sani?
Oggi non è iniziata nel migliore dei modi: Moe non verrá operato prima di domani perchè è tutto pieno. Era piuttosto spaventato dal reparto (lui è un cucciolone, a casa piange anche se accendiamo il phon), affamato da digiuno forzato e clisterone di ieri sera ed in camera, comprensibilmente, ha pianto. La madre del bimbetto sul letto vicino si è subito lamentata con l'infermiera. Lì per lì mi son girate. Poi ho riflettuto sui particolari che avevo colto: una pompa per la peg, la frase "son 20 giorni che siamo qui")... Ho pensato che se una mamma arriva a perdere anche la compassione per la sofferenza delle altre mamme, deve essere davvero molto stanca e provata come forse io, fortunato, non sarò mai. Ed ho provato una gran pena per quella ragazza e per il suo piccolo che ha solo 10 mesi e si chiama come Pee. In bocca al lupo, piccolo Pietro.
Ed intanto una preghiera per Moe, che vada tutto bene.
ps. Silver mi ha regalato questo smartphone con android che, a parte peggiorare la mia dipendenza da web, non mi lascia vedere la pagina blogger correttamente ( non vedo aggiornamenti, statistiche). Qualcuno sa come si fa? Ah, con i ditoni sul touchscreen aumenta significativamente la mia sgrammaticatezza

venerdì 6 gennaio 2012

Il quinto elemento

"Ciao El_gae"
"Ciao"
"Oh, pazzesco! Sono qui con Silver che mi ha appena detto che è incinta..."
Pensiero: ma porcozzio! L'altra volta lo ha saputo prima la dott.ssa B, ma pazienza, perchè le è venuto da piangere al telefono che era suonato che aveva ancora il test in mano... Stavolta cosa ha fatto, il test nel bagno di un'amica? Ma! Le donne.
Comunque è un casino... Ricominciare da capo: le notti insonni, le trasferte con tutto il cambio... E cosa penseranno i piccoli; Marichan, soprattutto, che ogni anno qui si cresce?
E poi dove lo mettiamo? Beh, se è femmina con Maria ci sta! Si! E se è maschio si va di letto a castello.
E la macchina? Diocristo! La macchina no non basta. E i soldi per una nuova chi ce li ha?
Dice Francesca che ci presta la multipla... Tanto loro non hanno più bisogno di tanto posto che i figli sono adulti. Cara, la Francesca... Che amore di babysitter...
Ma si dai, se ce l'abbiamo fatta l'altra volta con due...
Eh! Ma non siamo mica sicuri che sia uno solo nemmeno stavolta...
Aaaaaaaaaaaaaah!
Ma allora non basta nemmeno la multipla. Mi metto a cercare un monovolume su ebay.
Poi è suonata la sveglia

Questo è il sogno dell'altra notte. Sono ancora scosso. Devo rivedere la dieta serale.

lunedì 2 gennaio 2012

Stira e ammira

Oggi ho capito l'emancipazione femminile. Assolutamente. Giuro.
Sono in ferie solo io. Silver lavora. Il nido è chiuso. Nell'ordine oggi ho: preparatocolazionecambiatopiccolitentatodilavaretazzericambiatopeecolazionemarichantentatodistirareprovatoaddormentaregemellisenzasuccessodatodamangiaregemelliaddormentatogemellidatomangiaremarichanaddormentatomarichanstiratoconsuccessomerandatuttiassiemegiocoliberoriassettopreparatocenacambiatotuttiaddormentatotutti. Tutto con il supporto di mia mamma e, in serata, della suocera accorsa quando ha saputo che Silver era rincasata febbricitante dal lavoro. Ed ora, finchè mi godo l'innaturale silenzio di casa mia e cerco di centrare i tastini dello smartphone regalatomi a Natale da mia moglie, penso a tutte quelle madri che fanno quadrare tutto, senza aiuto, magari sole o con il marito che è un carico aggiunto, con i genitori anziani o morti o lontani. E lavorano, anche. A tutte loro, a partire da colei che ora è di là, giá a letto perchè malata, va la mia stima assoluta. A loro dedico la mia fatica di oggi. E fu sera e fu mattina... Primo giorno