martedì 26 febbraio 2013

Inutili considerazioni sul Voto


Questo è un post figlio della costernazione.
Ci sarebbe da fare delle premesse. Fa tanto sinistra fare delle premesse, no? La premessa è sinonimo di ragionevolezza, detta un contesto, disegna lo sfondo sul quale si inserisce un ragionamento.
Ma il ragionamento, l'equilibrio, il senso, non pagano, è chiaro.
Saltiamo quindi le premesse e andiamo a parlare di carne e sangue.
A Sinistra tutti a criticare Bersani. Non è mediatico, è vecchio. È Vero. Infatti io al primo turno delle primarie avevo votato Laura Puppato: donna competente, volto nuovo, programma nelle mie corde. Al secondo turno ho votato lo “Smacchia Giaguari”, consapevole che avremmo perso molta della potenza mediatica che avrebbe garantito Renzi. Ma a me Renzi non piaceva prima, per questo puntare quasi tutto esclusivamente sul ricambio, e mi è piaciuto ancora meno dopo, quando aveva detto che si sarebbe speso comunque per la causa del PD ed invece quelle tre volte che lo ha fatto non ha perso l'occasione per tornare a parlare di sé e dell'incredibile opportunità che il partito aveva sprecato.
Che poi io il ricambio lo capisco, in questo sistema malato. Ma nel mondo ideale, se una persona è brava ed è competente (qualità che riconosco a Bersani) può rimanere a governarmi finchè ce la fa.
Ma non gettiamo la croce su Bersani se la gente non ha votato PD. Renzi avrebbe “rubato” voti ai grillini ma, probabilmente, gliene avrebbe resi altri. Avrebbe perso Sel (il 3% non è niente in questo quadro). Non sono sicuro, quindi, che il Matte ci avrebbe risolto i problemi.
I Grillini, dicevo. La mia idea è che chiamare il Movimento a 5 stelle un movimento di protesta sia una stronzata. Hanno un porgramma più solido di quello che tutti pensano. Certo, una parte, magari grossa, di quel 25% è legato al rifiuto del vecchio. Ma i ragazzi che ci sono dentro sono persone intelligenti, serie. Almeno i due che ho sentito parlare. Perchè il problema vero del M5S è che parla solo Beppe e a me, come parla Beppe, mi fa venire il pelo dritto. Anche se condivido molte delle idee che esprime. Chi offende io non lo voto, mi dispiace. Non l'ho mai fatto e non inizierò a farlo adesso. Ci devo crescere i miei figli in questo paese.
Che lo amo da morire, anche se il 30 percento degli italiani vota ancora Berlusconi e Lega. Questa è la delusione, la causa del mio senso di prostrazione e sfiducia nell'umanità.
Come si fa a votare ancora Lega e PDL? Come cazzo si fa, vi chiedo?
E non è essere di Destra, che questa non è destra e non è essere razzisti (che la Lega è razzista, ricordiamocelo) che sarebbe già deprecabile ma almeno uno potrebbe essere razzista e coerente. No. È essere predisposti al martirio. Ma non quello alto, legato ai valori. È il maritirio del pensiero più che delle idee, la pigrizia mentale di andare a fondo, la fatica di alzare il culo dal calduccio dei nostri istinti più bassi.
Basta, mi viene da vomitare, sul serio...
Giuro che su questo blog non parlerò più di politica.

sabato 23 febbraio 2013

Il Voto Inutile

Ad un giorno dalle elezioni mi viene di parlere di voto... Strano, no? Non lo fa nessuno...
Lo faccio perchè ieri sera, parlando dopo le prove, emergeva, a grandissima maggioranza, la propensione per l'astensionismo, l'annullamento, il rifiuto della scheda elettorale.
Motivazione: non mi sento rappresentato da nessuno.
Errore, caro mio. Potrai non riconoscerti in nessuno ma, volente o nolente, qualcuno finirà per rappresentarti. Non credi che sia opportuno dire la tua?
O forse è più semplice rimanere alla finestra in modo da potersela prendere con chiunque, al momento opportuno?
Perchè non stiamo dicendo che non tiferemo Italia ai prossimi Mondiali perchè ci sta sulle balle Balotelli. Stiamo parlando delle persone che governeranno il paese, per poco, per tanto, chi lo sa? Ma lo governeranno

Quindi, pur capendo la fatica, il nervoso, il fastidio che pensare ai candidati possa dare, non si può esimersi.
Votare non è solo un diritto, è un dovere.
La democrazia partecipativa è uno strumento imperfetto ma, ad oggi, è il migliore che abbiamo.
Non entro nel merito di chi votare... in tanti sanno come la penso.
Ieri uno mi ha detto: "ho sempre avuto il sospetto che tu fossi di sinistra, ora ne ho la certezza".
Ho risposto che il fatto che io sia di sinistra non solo non è mai stato un segreto ma non lo considero neppure un problema.
Almeno lo dico.
Voi conoscete qualcuno che abbia mai ammesso di votare Berlusconi. Io no. Eppure è statisticamente impossibile che sia così
Comunque, tornato a bomba: non astenetevi, andate a votare. Nessun voto è inutile.
Nemmeno quello a Berlusconi. Quello è stupido. (scusate, mi è scappata) 

giovedì 21 febbraio 2013

I gemelli Trota

I gemelli Trota erano rispettati da tutti. Del rispetto che nasce dal terrore.
I Gemelli Trota facevano paura. 
Si narra che avessero anche un nome proprio ma non lo conosceva nessuno. "Li conosceva", sarebbe stato più corretto dire: era due gemelli ed avevano, in teoria, un nome per ciascuno.
Ma nessuno parlava mai di loro al singolare.
Come tutti i fratelli che hanno condiviso un utero simultaneamente, loro erano semplicemente "i gemelli".
I Gemelli Trota, appunto.
Non centra nulla il figlio di Bossi, sia chiaro, facevano Trotarelli di cognome e Trota era il più facile dei diminutivi.
Non erano nemmeno identici, anzi, erano decisamente distinguibili.
C'erano dei tratti che li accomunava, cosa non scontata nei gemelli eterozigoti: i capelli castani portati un po' lunghi, il fisico atletico, più o meno la stessa statura.
Per il resto potevano non essere neppure fratelli: uno era bello, aveva gli occhi chiari ed un profilo da rockstar anni ottanta. L'altro era bruttino, con i denti sporgenti, i brufoli e la faccia tipica del cattivo in una qualsiasi delle puntati de "L'ispettore Derrick".
E così, le rare volte che si finiva per distinguerli venivano chiamati così: "Trota Beo" e "Trota Bruto"
Trota Beo giocava a calcio, portiere. Assomigliava incredibilmete ad Ed Warner.
Trota Bruto faceva arti marziali e, si dice, avesse vinto tutto a tutti i livelli anche se, onestamente, non è mai stato chiaro fino a dove arrivassero i livelli di Trota Bruto.

In comune avevano anche un'altra cosa: una certa predisposizione a menar le mani.
In ogni occasione buona.
Non ho mai capito quale possa essere una buona occasione per scatenare una rissa, a dire il vero. Ma leggenda vuole che loro lo facessero per puro divertimento o, in mancanza d'altro, addirittura su commissione.
Se alla sagra del paese ti scappava lo sfottò verso il bulletto ignorante della compagnia potevi sentirti rispondere: "Varda che ciamo i Trota".
Per noi bambini non c'era minaccia peggiore. E non era come dire che sarebbe arrivato l'orco. I Trota erano reali, vaccamiseria.
E non si risparmiavano i particolari più truci: "Ad uno i ghe ga cavà quasi on ocio", "Te vedessi quanto sangue par tera", "Usava el pugno de fero", "Non i ga paura de gnente, menano anche i Caramba".
Poi non si sono più visti.
Dentro per droga, diceva qualcuno, ma non saprei confermarlo. O forse per aggressione. Forse, alla fine, era vero che menavano anche i Carabinieri... ma non ne ho la certezza.
Qualcuno dice di averli visti a qualche corteo neofascista... ma non si sa quale dei due o entrambi... o nessuno. 

Mi sono chiesto spesso, dopo, cosa li avesse fatti diventare così.
Eppure, ogni volta che i miei figli si menano tra di loro non riesco a fare a meno di pensare ai Gemelli Trota.
Mi sforzo di pensare di poter essere un genitore migliore dei loro e di allontanare l'idea che possano diventare così.
Per ora, almeno, sono entrambi belli, lo considero un buon inizio.

lunedì 18 febbraio 2013

Inutili considerazioni su Sanremo

Le fanno tutti, mi volete dire perchè io no?
Soprattutto perchè io Sanremo l'ho sempre visto. Anche negli anni '80, quando lo presentava Cecchetto. L'ho visto anche quell'anno dei figli d'arte... qualcuno se lo ricorda?
L'ho visto anche l'anno dei Jalisse. Io tifavo Jalisse, per inciso. E adesso tutti a dire che fu un mezzo scandalo quell'anno. Mi sono sempre chiesto perchè... forse perchè quell'anno la formula prevedeva che i migliori della categoria giovani potessero accedere alla gara dei Big ed i Jalisse sono entrati direi di punta, probabilmente scompaginando i piani di alcune major.
Poi, onestamente, ditemi se qualcuno non si ricorda almeno il refrain di quel brano, Fiumi di Parole.
Se ve lo ricordate, ora provate a cantarmi la canzone di Annalisa Minetti che ha vinto l'anno successivo.
Visto, nessuno si ricorda neppure quella. Sanremo è fatto così, che ci volete fare.
Ha il pregio di distrarti: per una settimana niente campagna elettorale, niente Papa dimissionario, niente di niente. Tutti a parlare di Crozza che imita i politici, del cachet della Litizzetto, del buonismo di Fazio.
Già, Fazio.
A me piace, dico la verità. Per quanto a volte necessiti di una dose supplementare di insulina, il suo modo garbato ed intelligente di fare tv è ormai merce rara.
L'ho visto un po' più impacciato sugli esercizi "obbligatori" di Sanremo: le ospitate di VIP (?) del passato, le solette pubblicitarie, eccetera. Lì, incapace com'è di fare battute cattive, esagera ancor più con lo zucchero. Ti ho sgamato caro Fabio.
Un po' si è ecceduto con il radicalchicchismo di sinistra. Lo dico, da radical chic di sinistra però bastian contrario da sette generazioni.
Troppe fisarmoniche e chitarre in levare, direbbe mio fratello. Troppi testi pretenziosamente impegnati. Sembra che a tutti sia scattata la molla: Fazio ed il suo enturage a Sanremo? Dagli di testo impegnato. Senza avere, però, qualcosa da dire veramente. Così i cantautori della nuova generazione si sono un po' persi in compitini facili facili, senza incantare davvero.
Lo stesso fenomeno Elio e le Storie Tese, che mi ha fatto sbellicare ogni volta che è salito sul palco, si sono presentati con una canzone che (mi piacerebbe che uno di loro leggesse e confermasse o mi mandasse a cagare) ci avranno messo dieci minuti a scrivere e, con le loro capacità, un'ora scarsa ad arrangiare. Perchè questi sono bravi, ma bravi sul serio. E forse è proprio questo tipo di bravura che non siamo più abituati a vedere; siamo troppo impegnati a mangiarci i baci per avere più amore e meno fame.
Infatti ha vinto la canzone di Marco Mengoni, figlio dei talent show.
Spendo una parola su questo ragazzino che è, a mio inutile e modestissimo parere, centinaia di spanne sopra agli ex Amici ed ex compagni di X.  Sul palco sta da dio, potrebbe cantare l'elenco del telefono e riuscire ancora ad incantrati e, appena posa il microfono non riesce nemmeno a dire due parole senza che gli venga il magone. Classe in potenza. Speriamo non si perda.
Canzone facilina, però, e sanremese fino all'osso.
In generale il Festival mi è piaciuto, comunque, come ogni anno. Il valore aggiunto sono stati i fulminanti scambi su twitter con #mammeasanremo, un gruppo di betoneghe che, evidentemente dopo aver messo a letto i figli, si sono messe al pc a spararne di tutti i colori.  Grazie di cuore.

p.s. continua l'avventura su Donna Moderna, accorrete siori e siore, sono gli ultimi pezzi, non fatevi scappare l'occasione, cliccate sul bollino verde a destra.


venerdì 15 febbraio 2013

Il crepuscolo degli dei

Riflettevo oggi su come sia diventato praticamente impossibile indirizzare i propri figli allo sport sperando che possano ispirarsi ad un modello positivo.
Quei pochi che ancora ci sono, che non si perdono dietro alle veline, non si montano la testa  prima ancora di cominciare o non finiscono per fare qualche cazzata vengono presi prima o dopo per doping o la più semplice e prosaica droga (si, quella dei tossici comuni mortali).
D'altro canto, se ti piace lo sport, è impossibile non esaltarsi per le corse di Bolt, per la farfalla di Micheal Phelps, per un assist millimetrico di Pirlo.
Ricordo, da ragazzo, ormai già cresciutello, le epiche fughe di Marco Pantani: 50-60 chilometri da solo, su salite durissime, a recuperare i minuti persi a cronometro. Non faceva a tempo a finire la sigla che, quale dopogiro, si saliva in bici e si andava a cercare un cavalcavia sfigato per alzarsi sui pedali e scattare.
Pochi anni dopo sarebbe arrivato Lance Armstrong, colpevole di aver sconfitto il Pirata e di troppa forza, oltre che di una oggettiva antipatia. Ma cazzo, aveva sconfitto il cancro, solo a dirlo ti viene da rispettarlo profondamente.
E poi il campione innominabile, non perchè ci si vergogni ma perchè non si sa come pronunciarlo Schwazer: fortissimo già da giovane in una disciplina che di solito concede vantaggi ad atleti esperti.
Tutti vittime del doping. Uso non a caso la parola vittime perchè, alla fine, sono stati risucchiati da un sistema che, alla fine, a portato loro via tutto: la vita al povero Marco, morto solo, al mare, d'inverno, in un residence che si chiama "Le Rose" nel giorno di S.Valentino, patrono dell'amore che non c'era più, nemmeno per sè stessi.
La faccia al texano dagli occhi di ghiaccio, che ora si trova senza un testicolo, senza le vittorie e, probabilmente senza tutto quello che ha costruito in virtù di esse. Quando avrebbe potuto semplicemente aver mostrato al mondo cosa significa sopravvivere ad una malattia terribile.
Il futuro al giovane Alex che si è accorto, all'improvviso, che la cosa in cui riesce meglio e per cui tutti lo acclamano non gli piace farla

Fino all'ultima terribile notizia di ieri, Oscar Pistorius, il paladino dell'integrazione dei disabili, l'esempio mondiale della voglia di vivere e di vincere, non tanto le gare quanto le prove della vita, spara ed uccide la fidanzata. Dice per errore. Glielo auguro, anche se non so immaginarmi quanto terribile possa essere lo stesso.

Resiste solo Roby Baggio, rivisto a Sanremo, emozionato e sulle spine come solo lui ha sempre saputo essere davanti ad una telecamera. Il più grande campione italiano degli ultimi 50 anni. Campione in campo, dove si è sempre sudato un posto, nonostante tutto (se penso che Tiago Motta gioca in Nazionale mi viene un nervoso), e campione fuori: mai uno scandalo, mai una velina, mai una cazzata sparata sopra le righe.
Ha sbagliato quel rigore, nel luglio del '94. Non glielo perdonerò mai.
Ma almeno questo fa parte del gioco. 

mercoledì 13 febbraio 2013

Teo Con

No, non sono diventato improvvisamente cattolico e conservatore.

Non lo sono. Coservatore, dico. Cattolico penso di si. Ma lascio decidere gli altri. Finchè non mi bruciano in piazza continuo a dire la mia.
Nell'eventualità, per non dar loro troppa soddisfazione, continua la mia operazione dimagrimento. Così, per un falò meno importante.
Infatti Teo Con (anziCon Teo) ho fatto una passeggiata ieri sulla collina qui fuori perchè di andare a correre, con le strade che c'erano, proprio non se ne poteva parlare.
Chi è Teo? È lui:

il cane dei miei cognati. Un bastardino piuttosto insulso, a dire il vero, ma che, senza il permesso di nessuno, mi ha seguito sulla neve e non mi ha mollato per tutto il tempo.
Un'ora di pausa piuttosto ben spesa, devo dire, in un giorno di ferie passato a guardare e spalare la neve dal vialetto.

E avevo in mente un post eccezionale da scrivere in serata ed invece ce la siamo spassata in famiglia a guardare i piccoli vestiti da The Avengers che correvano in giro dappertutto, a mangiare pizza fatta in casa e  salame cotto tagliato per lungo perchè, diceva mio nonno, l'ultimo di Carnevale non si deve badare a spese e lo si può tagliare anche così. E come s'incazzava se non lo si mangiava.
Così, forse, il post eccezionale ve lo scrivo nei prossimi giorni e magari non sarà nemmeno così eccezionale e, non ultimo, non è nemmeno detto che domani mi ricordi su cosa volevo scrivere, per questa mania di perdere gli appunti in giro.
Oggi condivido solo le foto della passeggiata Teo Con. Per il salame mi spiace: è finito. E quello si era eccezionale.

p.s. oggi è il No Captcha Day, che non è uno stato del Risiko ma una grandissima camurria. Per cui, seguendo l'iniziativa dell'Alligatore proclamo:  Amici blogger, toglietela!


lunedì 11 febbraio 2013

Urc Dimissit

Il Papa si è dimesso. Ah, non vi importa?
Comunque è sempre meglio che sentire i Tg che parlano solo di nevicate incredibili ai primi di febbraio? O no?
Se ancora non vi basta potete trovare qualche mia vaccata su DM
(Per l'articolo precedente cliccate il bollino verde qui accanto)

Ciao ciao

giovedì 7 febbraio 2013

Dal primo libro del profeta Gaeel

In quel tempo dio parlò a Gaeel e disse: "Gaeel, ascolta!"
"Ascoltarti ti ascolto, ma come mai hai la "d" minuscola, dio?" 
"Perchè per un profeta da quattro soldi come te, che non prega mai e va in chiesa quando si ricorda, non vorrai mica che si muova quello con la "D" grande, no?"
"Hai ragione pure tu, ma comunque perchè mi cercavi?" continuo Gaeel, un pelino ridimensionato nella sua autostima... 
"Ti dono un comandamento nuovo" disse dio "devi portare al mondo il mio decalogo del Rispetto". 

  1. Rispetta te stesso/a. Sei la  più importante ricchezza che hai, rispetta il tuo corpo, il tuo pensiero, fa fruttare i tuoi talenti. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità (questa non è mia, ma è una figata)
  2. Rispetta le donne. Non si può più accettare che vengano sottomesse, squalificate e troppo spesso (perchè anche una sola volta è troppo) maltrattate e uccise solo perchè fisicamente più deboli. Che poi è l'unica cosa che fa loro difetto rispetto agli uomini.
  3. Rispetta gli uomini. Non sono tutti mostri e possono imparare. E sul loro cambiamento che dobbiamo scommettere.
  4. Rispetta le idee. Anche quelle diverse, soprattutto se diverse: non sono automaticamente sbagliate, portano ricchezza ed in ogni caso, se pronunciate anch'esse con rispetto, male non faranno di sicuro
  5. Rispetta la cultura. Troppo spesso è relegata ad attività per gente snob ed altezzosa. Nessuno si vergogni di sapere.
  6. Rispetta l'ambiente. Ciò che non ha proprietari non è di nessuno, rispetta un campo fiorito come faresti con casa tua. A meno che tu non abbia l'usanza di pisciare sul tappeto del salotto.
  7. Rispetta le cose. Rispettarle significa rispettare chi le ha fatto, i loro sforzi, la loro fatica. Se sono state fatte nel rispetto non saranno cose che possono fare male.
  8. Rispetta il tuo lavoro. Ogni impiego ha le sue fatiche. Se ne hai uno, pensa a chi non ce l'ha.
  9. Rispetta le tradizioni. Non significa che devi rispettarle, ma sono parte di noi, non irriderle
  10. Rispetta i bambini. Quelli voluti, quelli non voluti. La gioia per quelli nati ed il dolore per quelli non nati. Nonostante tutto sono ancora l'unico modo per far andare avanti il mondo. Questo decalogo è per loro.
“Scusa, …. dio...” disse allora Gaeel, “Ma non avevi già detto una volta «Ama il prossimo tuo»? Non era sufficiente?"
"Di per sé lo sarebbe anche stato... ma questa settimana tutti parlano d'amore pensando ad un cioccolatino... proviamo con Rispetto. Però fa il bravo, comincia con insegnarlo ai tuoi bambini"
"Ci provo, dio, ci provo".
 

questo post  partecipa al  blogstorming di genitori crescono


martedì 5 febbraio 2013

Promise Land

Non siamo la Terra promessa ma, a volersi accontentare, siamo almeno la Terra delle promesse. 
Oggi sarebbe facile fare ironia su Berlusconi e le sue strampalate promesse elettorali, no? Infatti magari poi mi scapperà di farne e mi piacerà pure. 
Ma prima mi piacerebbe capire come mai siamo un popolo così incline a credere a queste stronzate che ogni tre per due ci vengono propinate dall'imbonitore di turno. Perchè, qualsiasi cosa si pensi, è inevitabile che qualche centinaio di persone (voglia il cielo non di più) finirà per crederci e accordargli il voto.
E non vale solo per la politica purtroppo: anni fa mi capitò di trovarmi invischiato in una truffa che per fortuna per me non ebbe conseguenze. Altre persone, però, ci persero un sacco di soldi semplicemente perchè si erano lasciate impressionare, avevano creduto al ciarlatano e, in seguito, anche alle sue minacce di ritorsione.
Eppure lo sanno tutti che non bisogna credere a quelli che ti fermano per strada e ti propongono di comprare le enciclopedie. Si sa che sono truffatori.
Con questo non voglio insinuare che Berlusconi sia un truffatore e, onestamente, non so come possa essermi saltata in mente questa associazione.
Lasciamo perdere.
Però faccio un esercizio e, se vi va, fatelo anche voi: se davvero vi potessero restituire qualcosa, quale sarebbe la promessa giusta?
Vado con le mie cinque possibilità:
  • le palline da tennis nuove che mi ha rubato (anche se ha sempre negato) il mio compagno di scuola delle medie, ora avvocato
  • L'accendino Zippo di mio nonno che mi hanno fottuto alle superiori (ero effettivamente un po' distratto)
  • "Mezzanotte e 5 a Bophal" che ho prestato a chissachi ed era un regalo che ci tenevo. 
  • Il filmato di quel concerto in quel meraviglioso concerto che non mi capiterà mai più di suonarci
  • La forma fisica che non mi ricordo dove l'ho messa
E ora, via, sbizzarritevi, poi le incartiamo e le mandiamo a tutti e sei i candidati. Hai visto mai? 

perdonate lo stile oltremodo cazzaro (e più del solito)... ma questo mese devo riservare la serietà per quel bollino la su, in cima a destra