martedì 3 dicembre 2013

Quando è la pancia che ti parla


C'è stato un tempo in cui il detto “Parlare alla pancia delle persone” era non solo molto utilizzato ma addirittura usato con accezione positiva. Superlativamente positiva, oserei dire, in qualsiasi campo la si usi.
Quel cantante arriva al suo pubblico, parla alla pancia della gente”
La Lega la votano in tanti perché parla alla pancia della gente come una volta faceva il comunismo, che ora è snob”.
Due esempi molto diversi, chiaramente ai quali, però, la mia pancia risponde sempre allo stesso modo: “mi spingi ad un singhiozzo o ad un rutto” cantava il vecchio Francescone che per decenza o per metrica ometteva la terza risposta, quella in direzione (ostinata e) contraria.
Capite? Nemmeno al cuore, alla pancia proprio.

Voglio dire: è chiaro che parlare alla pancia della gente significa capirla, farla sentire inclusa. Mi chiedo però quanto non sia responsabilità di ciascuno di cercare di elevare, ogni tanto, il livello provando a lasciare alla pancia il suo ruolo naturale.

Pensiamo ai nostri figli, ad esempio: loro la pancia la sanno ascoltare eccome. Hanno fame, hanno sete, gli scappa da cagare. (autogrill) (oggi sono in vena di cazzate, e dire che il post vorrebbe essere serio).
Però noi gli chiediamo di aspettare l'ora di cena, di finire la pasta prima di andare in bagno, di non reagire con un manrovescio ad un'offesa (“tu non hai il pippo”, o “tra i cattivi degli Avengers ce n'è uno che si chiama come te”)
E quotidianamente ci sforziamo di governare la nostra pancia nel non reagire alle provocazioni quando sono molto stanchi, di provare ad abbracciarli e rassicurarli che li amiamo quando ci danno i calci, fanno i capricci, ci respingono magari riscuotendo, a dispetto di ogni previsione, un bacio tardivo, prima di andare a dormire.
Ed è faticoso, certo, soprattutto a casa, soprattutto con le persone più care, quelle in presenza delle quali ci togliamo le scarpe, nonostante l'amore, nonostante l'età.
Eppure sappiamo che dobbiamo provarci e tentiamo con i figli quello che non siamo mai riusciti a fare con i genitori.
E allora, dico, ma per coerenza non potremmo cercare di non dare troppo peso alla nostra pancia anche nella quotidianità?
Non potremmo fare obiezione di coscienza verso le pubblicità stupide, i discorsi stupidi, il razzismo, il maschilismo, la pochezza culturale quotidiana?
In fondo non siamo tutti convinti che è con la coerenza e l'esempio che si educano i bambini?
Educhiamoli ad un linguaggio di cuore e cervello lasciandoci permeare solo da ciò che parla a cuore e cervello.
A me i discorsi alla pancia entrano da un orecchio ed escono... scusate, devo proprio correre. 

In ogni lavoro di brainstorming c'è il tipo che fa l'intervento scemo. Di solito sono io. Lo faccio anche nel blogstorming di GenitoriCrescono 

10 commenti:

  1. ah ,ma allora stai dissentendo !
    più seriamente: chi fa l'intervento "scemo" spesso rasenta la genialità , e quasi sempre , fa vedere la cosa da un lato non scontato...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È vero. Io pero spesso faccio la parte dello scemo non genio. ;)

      Elimina
  2. Io sono una che la pancia la ascolta molto, ma solo quando non dice bischerate ;)
    Bel post!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie... io la pancia la ascolto, anche. Certo, di solito l'outfit non è il massimo. ;)

      Elimina
  3. La pancia fa parte del resto, e se non ci fosse la cacca saremmo davvero tutti nella merda. ;)
    A ogni parte del corpo i suoi meriti. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Senza dubbio. Non diamo alla pancia più compiti di quelli che già ha ;)

      Elimina
  4. mi pare di capire che si potrebbe parlare al cuore in un italiano privo di kappa e correttamente congiuntivato, vero?
    la bellezza salverà il mondo, possibilmente facendola entrare dentro di noi senza troppa aria :)

    RispondiElimina
  5. I discorsi possono anche possono anche essere che ti colpiscano alla pancia, che ti entrino dentro fino a li.... L'importante è che salgano fino al cuore e cervello, se scendono... pasiensa saranno aria ... e non specifico da dove usciranno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nel dubbio proviamo a parlare direttamente al cuore. Che la strada per il cervello è anche più corta.

      Elimina

Scrivi quello che vuoi, in questo blog non si censura un ca##@