venerdì 7 febbraio 2014

per terra, la morte addosso, io ridevo, ridevo

Come reagite voi alle notizie brutte?
Proprio a quelle brutte brutte: la morte di un amico, un brutto incidente del collega, la moglie che ti tradisce...

Io rido. 
 
Si, come il matto della canzone di Guccini.
Non lo faccio apposta, è una reazione incontrollata. Anzi, per meglio dire, diciamo che riesco a non sganasciarmi dalle risate, però credo che un attento osservatore mi sgami subito, si vede che mi sforzo di controllare la bocca, di evitare di dare quella particolare curvatura agli occhi.
Finchè sei un ragazzo questa cosa può anche passare inosservata. Anche a me, passava abbastanza inosservata, anche se piano piano capivo di comportarmi come una merda. Quando ho iniziato ad esserne consapevole, ho pensato, nella mia fissa dell'autoanalisi, che si trattasse di una egoistica reazione del tipo: “Finalmente ho qualche cosa da raccontare in questa grigia vita”. 
La mamma del compagno moriva, il vicino si era impiccato... io ridevo.  
E mi sentivo ancora più merda. 
 
Poi ho capito che non dipende da me, non dal mio io cosciente, perlomeno.
È il mio fisico che parte da solo, comandato forse da una parte a me ignota del cervello; è la mia risposta sbagliata agli scherzi della vita: c'è chi parte a piangere, chi sviene, chi straparla. A me viene da ridere, nervosamente, stupidamente. 
 
Ha di certo il vantaggio che mi permette di essere molto freddo nelle situazioni di emergenza. Ricordo quel ragazzino ripescato blu dalla piscina che ho rianimato praticamente da solo mentre il mio collega bagnino era completamente nel panico.
Ma tolti questi rari casi è proprio una brutta faccenda ed ultimamente mi provoca anche parecchio fastidio, oltre che imbarazzo. 

Allora me ne sto zitto, in disparte, cerco di non parlare con nessuno, finché mi passa. Finchè io possa dimostrare anche fuori ciò che piano piano inizio a vivere dentro. Ma ho il metabolismo lento, io. E tutto il dolore mi resta lì, come i chili che non perdo, che riesco a piangerlo a stitiche gocce intime, nascoste. 

9 commenti:

  1. Allora el_gae... ridiamoci su assieme... che cazzo... come direbbe il papà adottivo di novecento... in culo le disgrazie

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    1. Amico mio, lo sai che "ho riso" anche per te e ancora mi scappa, purtroppo. Sei in cima alla lista delle mie preghiere... vedi di scendere, ok?

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  2. E' successo anche a me, e mi sono sentita un mostro, anche se so che è una reazione non controllabile...
    Buon weekend.

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  3. Io in quei casi faccio delle battute sarcastiche del tutto fuori luogo... esattamente come mio padre. E non ci si puó fare nulla... con gli anni sto imparando a controllarmi, ma, come per te, é una reazione inconscia dovuta al nervosismo... poi certe volte a ripensarci dopo qualche tempo mi viene da ridere davvero :)

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    1. Anche mio padre è così, a volte al limite dell'indecenza. Per fortuna evita di farlo con i diretti interessati. Almeno spero.

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  4. Ridere non è così male.
    E' come esprimersi in situazioni al limite in un linguaggio non comune.

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    1. Sono d'accordo. Però il mio problema è la difficoltà a controllarlo in modo conscio e consapevole.

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  5. Che cosa bizzarra. Però dai se tra amici basta dirlo. .. più sono triste e più mi scappa da ridere.
    e comunque ai funerali averne di persone che cercano di farti ridere. Quanto ho pianto e ancora piango io mia madre, ma al suo funerale, pure triste, spampanato, sfiorito, ho avuto un sorriso per tutti... sono andata un po" fuori tema...

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