lunedì 31 marzo 2014

Legale


L'arrivo dell'ora legale è sempre una magia, nonostante siano 40 anni che la vivo. Si dorme un'ora in meno ed io la soffro come fosse un jetleg intercontinentale (che non ho mai provato personalmente perché io, al massimo ho viaggiato in longitudine).
Ci metto un paio di settimane a riprendermi.
Gli unici anni in cui non l'ho sofferta è stato quando i gemelli erano piccoli: non si dormiva comunque un cazzo per cui ora più ora meno non faceva tutta sta differenza.
Ma non è della sofferenza che volevo parlare, che poi avercene di queste sofferenze.

Ogni anno, immancabile si ripete un teatro in eterna replica, eppure sempre nuovo: la signora del centro, qui dove lavoro, che già ai primi del mese inizia a ricordarti che a marzo si cambia l'orario. Lo dice un centinaio di volte al giorno (non scherzo). Ha la sindrome di Down ed è l'ultimo dei suoi problemi, a dire il vero. Comunque era per dire che è proprio dura che l'ora legale ci prenda alla sprovvista, al contrario del mondo, là fuori, che c'è sempre qualcuno che buca l'appuntamento.
Tipo a messa, col fatto che suono vedo la gente morta che entra e ci sarebbe da farci un video con le facce di quelli che entrano durante la comunione, a messa quasi finita, ed hanno quei due secondi di smarrimento e vedi proprio il volto che passa dal registrare una situazione strana ma non ancora compresa, il rendersi conto che non è il mondo che è impazzito ma che sono loro ad essere non allineati, fino all'espressione “sotterrami” che li porta a sedersi a testa bassa sul banco più vicino chiudendosi in una meditazione autistica.

Per non farci mancare niente io ed i miei pards ci siamo trovati stesso posto stessa ora delle altre domeniche. Un po' meno luce e decisamente più sonno. Il Franz aveva anche fatto casino con gli orologi e si era svegliato alle 4.
Io venerdì ero pure andato a correre in montagna e le gambe erano così dure che Robocop a mio confronto pareva Roberto Bolle.
E qualcuno, vi prego, mi confermi che il gps del telefono non è affidabile perché, sarà stato il cambio dell'ora, sarà quel che sarà (chi la cantava sarà quel che sarà? Mah?!), fatto sta che tutti e tre siamo convinti di aver fatto almeno due, se non tre o quattro chilometri in più dei venti che ci diceva runtastic.
Ma torniamo all'ora legale; c'è tutta la giornata che corre più veloce di te: sono le tre ma tu stai ancora lavando i piatti e ti pare che siano le due, è ora di metter su la cena e ti pare impossibile perché fuori è così caldo e così bello...
Metteresti a letto anche i bimbi ma loro paiono non del tutto convinti della strana teoria che gli hai appena spiegato sul fatto che adesso si cenerà con la luce del sole e poi si va comunque a letto.
Ma poi, rincoglionimento a parte, nel giro di qualche giorno ci sembrerà tutto nuovamente normale. Esclusa mia mamma che da sempre, ancora quando eravamo piccoli, aveva da fare un paio di settimane a ricordarci che prima era già scuro, eccetera eccetera. La prendiamo in giro la mamma, ma forse è da lei che ho preso questa mania di continuare a stupirmi di questa, tutto sommato, facile e sotto sotto artificiale magia di primavera.

mercoledì 26 marzo 2014

Boomstick Award 2014

Sono sempre un po' a disagio con i premi, come quando mi cantano "Tanti auguri a te" che sei lì che te la senti e tutti ti guardano e tu non sai bene come si debba comportarsi in queste situazioni. 
Tant'è, fanno sempre anche piacere, a dire il vero e quindi ringrazio il mio (purtroppo solo) web amico Mr. Ford che me lo ha assegnato... è uno che li centellina i premi e quindi, per me, vale doppio.  
Ho deciso di assegnare il premio a blog che considero vincenti perché sono poco conosciuti ma, nonostante questo, continuano a scrivere con passione e denotano una forza ed una voglia di farcela superiore alla media. 


Ed ecco allora le regole e, ovviamente, i premiati di questa simpatica iniziativa ideata da Mr.Hell del blog Book and Negative:  le parole sono (quasi) tutte sue (o di Ford, adesso non stiamo qui a guardà er capello):
Il Boomstick Award è un premio per soli vincenti, semplicemente.

Come si assegna il Boomstick? 
Ufficialmente non per merito... i meriti non c'entrano in questa storia (cit.)
Si assegna per pretesto. O con ottime scuse, se preferite. 
In ciò essendo identico a tutti quei desolanti premi ufficiali che s'illudono di vantare qualcosa.
Il Boomstick Award, dunque, possiede il valore che voi attribuite ad esso. Nulla di più nulla di meno.

Per conferirlo è assolutamente necessario seguire queste semplici e inviolabili regole:
1 - I premiati sono 7. Non uno di più non uno di meno, non sono previste menzioni d'onore.
2 - I post con cui viene presentato il premio non devono contenere giustificazioni di sorta da parte del premiante riservati agli esclusi a mo' di consolazione.
3 - I premi vanno motivati. Non occorre una tesi di laurea, è sufficiente addurre un pretesto.
4 - E' vietato riscrivere le regole. Dovete limitarvi a copiarle come ho fatto io, così come Egli (e per Egli intendo Hell) le ha concepite.

Nikio: si lo so, il Nikio è un mio caro amico e questo suona da favoritismo. Beh, è così, ok? Problemi? E poi leggetevi la sua storia e vediamo se trovate voi altri motivi validi per sostenerlo. Io a lui gli voglio bene come ad un fratello e questo è un premio ad un coraggio che non so se io avrei.

Alvin: Pur avendo sempre abitato piuttosto vicino a me non posso dire di conoscere davvero Alvin di persona. Ed è un peccato perché se è come scrive deve essere davvero un mito. Scrive sulla corsa ma non solo per corridori e fa sembrare tutto facile e divertente. Ed ha pure due figli piccoli... ma come cazzo fa? 

Andrea: Sempre sulla corsa e sempre vicentino. Corridore piuttosto forte, oltretutto. Lui è più tecnico di Alvin ma si possono trovare sempre dei validi suggerimenti su come allenarsi. Suggerimenti che inevitabilmente non riesco a seguire perché lui è davvero su un altro pianeta. 

Beatrix Kiddo: scrive di cinema con l'occhio di mamma. Oltre che un riferimento educativo-cinematografico, quindi, è pure una speranza che un giorno si reinizi davvero a guardare qualche buon film, nonostante la prole. 

Francesca: lei in realtà non avrebbe bisogno di particolari pubblicità ma questo blog nuovo che ha aperto magari è sfuggito a qualcuno. 

Lucia: è l'anti-guru dei blog di nicchia (perché non si s-gureggia nella nicchia). Scrive di rado ma ogni volta è da non perdere. E se sto qua a descriverla fisicamente non rispondo dei miei ormoni. 

La Pellona: credo sia la mamma blogger più schiva e riservata dell'universo. Eppure è straletta. Ancora poco, per quello che merita: il suo è uno dei pochi blog che mia moglie legge senza che sia io a suggerirglielo.


Costoro possono assegnare a loro volta il premio ad altri sette blog, ma non arrogarsi la paternità del banner e del premio, quella è del papà sopra citato.
L'assegnazione del premio deve rispettare le semplici regole sopra elencate, e in caso contrario il Boomstick Award sarà annullato d'ufficio e in sostituzione verrà assegnato il
 

lunedì 24 marzo 2014

Sono Stato Veneto


Oncò xè el primo giorno che noialtri veneti semo indipendenti. Ghemo votà onlain par la secession e finalmente podarèmo tignerse i nostri schei. E basta mandarli a Roma (Ladrona) che dopo foraggia tutti i teroni (de merda). 
 
Importante, tanto importante. Mi go votà anca par me nono che l'è morto qualche ano fa e par me zia che ghe xè rivà el folio ma la gavèa dito che ea tra on fià la distira le gambe e che del Veneto Stato non ghe ne ciava on casso. 
 
Ma gera importante, che ne ga messo in xenocio sta politica centralista e, po', ghe mancava anca l'Europa che ancora con l'Euro ne ga mandà su i conti; che basta 'ndare in pisserìa e la Margherita che costava 5 mia franchi desso i te la mete a 5 euro.
Desso vien el beo, comunque: bisogna organixarse con la nova monèta. Che non xè la picola mona, ok?
Perché, se se tignemo l'Euro semo sicutere in prinsipio, e de sicuro i pressi dee pisse no i se sbassa. Che i xè tuti teroni i gestori dee pisserie, feghe caso. 
La Lira, po, gera lo strumento in mano all'opressore romano per cui bisogna gnanca pensare de rimeterla.
Allora come podarissimo ciamarla? Un tempo la Lega Nord gavèa proposto el “Bosso” ma mi non ghe credo pì alla Lega che me ga menà pai fighi tuti sti ani.
Podarissimo ciamàrlo “Serenissimo” che fa un po' retrò che ci piace tanto. Certo, farìa on fià retrò, non so gnanca collocare ben la Serenissima nel tempo. Problema mio, che so sempre sta ignorante.
Quasi quasi podarissimo ciamarlo “Franco”. I miei nonni chiamavano così anche le Lire: mie franchi, vinti franchi, sento franchi. E basta con sti insulsi decimai. Demoghe ala gente el senso del costo, va ben? Se te digo sento euri par on par de scarpe, ti i te pare pochi, ma quando mai gavèito speso dosento carte, prima?
Anca “Carta” podarìa essere on bel nome. Solo che la monèda dopo la xè de fero e ciamarla carta se confondèmo.
Risolto el problema dei schei me pare che semo a posto, o no?
Beh, si, più o meno... no?
Go solo el dubio che non servisse diventare indipendenti, ecco, magari bastava anca manco: qualcossa tipo el statuto speciae o on federaismo fato ben. Ma i xè tuti paroloni che non conosso proprio ben.
Tra l'altro ne toca rinunciare anca a zugare i Mondiai. Che pacco... al limite podevino spetare on par de mesi. 
Xè vero che chei quatro incapeà vestii de axuro i farà na figura da ciodi (e desso oltre ai teroni ghemo anca i negri), ma xè sempre meio che non aver nessun da tifare. 
 
Iolàte! Vuto che ghemo fato na cassada?

venerdì 21 marzo 2014

Go Down


Bisogna scendere un paio di rampe di scale, che è una cosa strana per andare in piscina. Chi è il genio che l'ha pensata sotterranea? Eppure per me è questa la piscina, quella dove mio padre lavora da sempre, a pochi metri da un fiume che un paio di volte l'anno bussa per entrare a salutare, ogni volta che fuori piove più di tre giorni di fila.
Ci vengo da quando avevo 5 anni, mesi attaccato ad un bordo, terrorizzato.
Ora porto i bambini al giovedì. Tutti e tre assieme, che non sia troppo facile, e non li porterei in altri posti. Vabbè, è chiaro che è la piscina gestita dal nonno, non c'è neppure scelta, ma anche gli aspetti affettivi hanno un loro perché.

Si passa il badge e si scende le scale.
C'è un gruppo di ragazzotti che si cambia e fa anche un po' di confusione: hanno gli occhi a mandorla e parlano in modo un pelino gutturale.
All'inizio la Triplice Alleanza restava imparpagliata a fissarli. Ora non ci fanno più caso o per lo meno hanno imparato a farci caso senza immobilizzarsi.

Io lo dico: li capisco perché a me la disabilità mette paura. Nessuna esclusione. Ancora adesso, anche se ci lavoro con le persone con disabilità, da un quarto di secolo, ormai.
Si, mi fa paura anche la sindrome di Down, quella dei Bambini Down. Una volta si usava chiamarli “Bambinodown”. Diossignore, per fortuna almeno questa è scomparsa dall'uso comune!
E non è vero che sono simpatici, che sono dolci e che sono affettuosi.
Il primo pugno da un ragazzo con la sindrome di Down me lo sono preso quando ancora insegnavo nuoto: seguivo in lezione individuale un ragazzo più o meno della mia età, una ventina d'anni. Lui era bravo a nuotare e non serviva più la lezione individuale.
Volevo inserirlo nel gruppo delle persone “normali”. Ho insistito e mi sono beccato un uppercut. La settimana dopo il padre mi disse che gli sarebbe piaciuto iniziare a nuotare. Quando gli ho presentato l'istruttrice e i compagni di corso si è ritirato. Voleva anche lui la lezione individuale con il figlio. Voglio dire: non era il 3° cromosoma della coppia 21 a fare del ragazzo un introverso ma tutti gli altri 46.
Negli anni ho capito che è su quei 46 che bisogna lavorare lasciando il 47° al suo destino.

Infatti, ragionandoci, anche io scopro che non è la menomazione che mi fa paura. A me fa paura la gente. Io sono una persona molto schiva, non attacco bottone in autobus, non mi relaziono con i vicini di appartamento al mare, non organizzo le rimpatriate dei compagni del liceo. Se uno mi parla in treno mi infastidisco, penso che sia uno di quelli che ti pezza fino alla stazione di arrivo e poi ti segue in bagno.
Anche io incolpo il 47° cromosoma di altri di una cosa che dipende dal mio corredo genetico, dal mio essere un po' orso.

I miei figli sono timidi come me ma lo sono con tutti e quando si mollano si mollano con tutti. C'è N. che viene al coro che li fa ridere come li zii e loro dicono solo “è matto, N”.
Non hanno pregiudizi e non discriminano. 

Tra i ragazzi della piscina c'è anche R, che nuotava con me quando eravamo giovani. Lui aveva partecipato anche alle Special Olympics di Atlanta e aveva vinto una medaglia. È ingrassato fuor di misura e quasi non lo riconoscevo. 
Temo che abbia pensato la stessa cosa di me.  

Oggi è la giornata mondiale della Sindrome di Down, ieri in piscina ho spiegato ai bimbi che non è contagiosa e che ci vuole un po' di pazienza per spiegargli le cose ma per il resto non c'è nulla di particolare da sapere.
Che se bisogna fare tutto sto casino, al giovedì, per imparare a galleggiare solo in acqua, sarebbe tempo perso. 

martedì 18 marzo 2014

Niente regali alla festa del papà


Caro San Giuseppe,
so che domani è la tua festa, per te come per tutti i papà, però perdonami ma io non ho pensato di farti nessun regalo.
So che sei stato un uomo eccezionale, hai inventato il concetto di MILF e, oltretutto, hai pure soprasseduto sulla F, perché eri un vero signore (anche se i Vangeli apocrifi ti accreditano una novantina d'anni per cui, senza Viagra, direi che non è stato tutto sto sforzo).
Ma non perdiamoci in sottilette, ok?
Sei stato il primo a pensare che la donna potesse essere qualcosa di più che un buco da riempire quando non avevi il calcetto, il lavoro o lo spritz time con gli amici. E so anche che non la pensavi come una mera esecutrice dei lavori domestici, quella che doveva farti trovare in tavola il minestrone con la teletta sopra appena rincasavi o che doveva lavare e stirare per tutti. Che già gli andava bene che avevate un figlio solo, che guarda, non venirmi a dire pure tu che triboli di più con uno perché ti prendi una randellata, ti prendi.
Ma insomma, tu sei stato un grande ma è ora anche di finirla con questa storia, ok?
Ci riflettevo un paio di settimane fa, che stavo stirando due cose finché mia moglie era andata a trovare uno zio in ospedale: “Dai, ragazzi, stiriamo che facciamo un regalo alla mamma”.
Complimenti El_Gae, potresti dirmi tu, che sei il mio faro, ottima scelta di frase.
Forse che ti senti di aver ricevuto un regalo quando tua moglie stira? Non preferisci un pacchettino da scartare, o un dolce alla crema?
È un regalo il bagno lavato, il letto rifatto, la lavastoviglie scaricata?
C'hai raggione, Peppe, che te devo dì?
E poi, continueresti, proprio davanti ai figli? È così che cerchi di crescerli nella parità dei diritti e dei doveri?
Si si, ho sbagliato, scusa...
Ma Peppè, perdona a papà, torniamo in tema e piantiamola con i dialoghi che questa è una lettera e non una sceneggiatura.
Direi che proprio tu che sei stato il precursore di una visione moderna della donna dovresti essere il primo a ribellarti, a dire che è ora di finirla che la festa del papà non serve più a nulla, non serve soprattutto lontana dalla festa della mamma. Facciamo la festa dei genitori, come quella dei nonni. Facciamola due volte, se il problema è far quadrare il consuntivo delle feste ma lasciamo all'amore dei figli la distinzione.
Dai Giuseppe, sei stato il primo vero rivoluzionario della storia, con in più la mitezza di una persona che non si è mai messa sotto le luci della ribalta, fatti coraggio, ribellati.
Ti aiuto io.

venerdì 14 marzo 2014

Astinenza

Il venerdì di quaresima, per i cattolici, ci sarebbe da osservare l'astinenza dalla carne.
In teoria ciò che si risparmia con la carne si dovrebbe darlo in carità.
Ma ormai è opinione comune ed accettata che l'astinenza possa essere anche di altro tipo: fumare, bere, eccetera.
Una mia ex collega diceva che secondo lei si sarebbe, ad esempio, potuto astenersi dal fare sesso.
Ancora sorrido al pensiero che uno faccia sesso così tante volte da considerare un sacrificio saltare una sera.
Siccome per me non varrebbe, e se mi dovesse capitare ma col cavolo che mi astengo, io mi astengo dallo scrivere...

vi mando invece a questo post che ho scritto per Genitori Crescono  che mi ospita anche questo mese.
Non l'ho scritto oggi, per cuiil precetto è rispettato

lunedì 10 marzo 2014

Il Cìpete salvavita


Alzi la mano chi non sa cosa sia il cìpete?
Perché mi è venuto il dubbio che non sia così internazionale. Mi pare perfino impossibile. Come vive il mondo senza sapere cos'è?
Il cìpete, tra l'altro, non è una cosa ma una categoria di cose. Avete presente quella sfilza di nomi che finiva con Philum, Regno? Si? Forse era Darwin ma non ci giurerei.
Beh, il cìpete è il philum (o phylum?).
No, in realtà non lo so, ma mi sono sempre chiesto cosa fosse il phylum (o philum) e mi piaceva l'idea che qualcosa potesse anche starci dentro in questo misterioso insieme.
In sostanza il cìpete è un aggeggio con una qualche funzione, generalmente elettronico, di piccole dimensioni.
Ah, dite che in italiano si dice chip? Può essere che derivi da quello, in effetti.
Però voi lo sapete che l'inventore del microchip è vicentino, vero? Quindi basta ciance: il vero nome è cìpete, punto.

Silver me ne ha regalato uno per correre. Si mette un cìpete attorno al corpo, con una fascia. E poi c'è un orologio con un altro cìpete dentro che ti dice se stai morendo. Credo che il mondo lo chiami cardiofrequenzimetro.
Noi lo chiamiamo madòno. Il madòno penso sia il “regno” del “phylum” cìpete.
Nel senso che spesso il madòno è un sistema più complesso del cìpete e anche più ingombrante.
Tipo mia madre diceva “Smorsa chel madòno” ogni volta che voleva che spegnessimo il computer e scendessimo ad aiutarla in laboratorio.
Se suonavamo la chitarra invece diceva: “molèghe con chel frin fron”.

Ma sto divagando; Silver mi ha regalato il cìpete per il cuore. Cosa cambia? Poco o nulla... solo che se stai per morire mentre corri ti avvisa un attimo prima. Poi con il GPS sanno anche dove venirti a cercare. Secondo me lo ha collegato con il telesoccorso senza dirmelo.
Pensavo che sarebbe bello ci fosse un cìpete così che ci avvisa durante la giornata per i vari sovraccarichi a cui andiamo soggetti: il livello di stress sta andando oltre i limiti di legge? Bip! Il tuo bisogno di ferie è oltre il consentito? Bip! La tensione a casa con i figli ti espone alla denuncia a telefono azzurro? Bip! L'ironia nelle risposte che dai alla gente sta diventando sarcasmo? Bip! Tua moglie ti parla di una faccenda importante e a te scappa di raccntarle un gustoso aneddoto che non centra una mazza? Bip.
Insomma... ce ne sarebbero tanti di cìpete da inventare. E sarebbe anche bello, come quando si corre, sapere quando è il momento di fermarsi, guardare il panorama, ascoltare il vento e riprendere fiato.

venerdì 7 marzo 2014

Il Sollievo


È come se mi fossi levato un peso dallo stomaco.
Lo avevo scritto, no? Che il mio nome veniva proposto più o meno per tutto ultimamente, mancava che mi nominassero per fare il parroco ed il gioco era fatto.
Così c'era anche sto giochino per cui, tra il serio ed il faceto, ma io pensavo molto faceto, veniva fatto anche il mio nome come candidato sindaco.
Non meniamola, ok? Fa piacere essere ben considerati, essere riconosciuti. C'è l'orgoglio, c'è l'ambizione, c'è il senso di rifarsi dalle volte che la vita ti ha riservato delle sconfitte.
Fa anche effetto pensare che un gruppo di persone ti abbia pensato, è facile dire di no ad una persona, è molto più dura se te lo chiedono in 20.
Così la notte dormi un po' meno di gusto, a parte la costola dolorante, e continui a farti tutti i film possibili: cosa ne sarà di me e della mia famiglia?
Potrò ancora correre in giro per il paese e salutare le persone senza che nessuno pensi che ho interesse ad essere cordiale?
Potrò ancora uscire in pigiama a portare la differenziata fuori dal cancello senza paura di essere giudicato un cialtrone?
Potrò ancora andare alla pizza dell'asilo, sedermi di fianco al segretario della Lega (mannaggia Silver che cazzo di posto che hai scelto) e lasciarlo parlare tutta la sera che tanto idea non la cambia di sicuro?
E soprattutto, ma se vinciamo, che tanto non vinciamo, ma se vinciamo: ma io li vedrò ancora crescere questi piccoli qui? Proprio questi, che già ci si ritaglia qualche scampolo di giornata, loro stanchi ed io di più e spesso son solo sgridate e litigi e sculacci.
Dovrei accontentarmi di vederli dormire alla sera, quando sono ancora più belli e a volte potresti illuderti che siano ancora piccoli e che il tempo non sta passando.
E Silver? Lei che è così poco adatta a fare l'angelo del focolare, che potrebbe farlo lei il Sindaco se solo aprisse gli occhi e si accorgesse di quanto più brava è di tutti, in tutto, cosa se ne farà della maggiore solitudine e del riflettore puntato sulla nostra casa?
Così, ieri, quando abbiamo capito che non si può fare, che non è oppurtuno, che sarei in conflitto di interessi e quindi no... beh, mi sono sentito leggero, sollevato. E come faccio spesso vedo il lato positivo delle cose e non sto lì a piangere su ciò che avrebbe potuto essere e quello che si sarebbe potuto fare.
Io domani vado a correre e saluterò tutti e per tutti sarò solamente quello che corre e saluta tutti. 

Siete voi la mia più grande avventura. E rischiavo di perdermela (Mr. Incredible - Gli incredibili) 
 

mercoledì 5 marzo 2014

Il disatteso


Circa un anno mi ero fatto tutto un film sul mio prossimo compleanno, quello del conto tondo, lo scollinamento della vita, il traguardo che ha dato fama a Marina Ripa di Meana; volevo prendermi ferie, calzare gli scarponi da montagna e salire sul Summano in solitaria. E lassù sedermi, mangiarmi un panino e guardare la vallata facendo un bilancio sommario e forzatamente positivo dei miei primi 40 anni.
Poi è passato qualche mese, la passione per la corsa è cresciuta, ho comprato quelle assurde scarpe con le dita e allora l'escursione poteva essere fatta corricchiando, con i paletti da trekking.
Intanto, per non saper né leggere né scrivere mi ero fissato le ferie.
Poi arriva la prima sorpresa: il mio compleanno è il giorno delle Ceneri ed i bimbi sono a casa. Anche Silver, per l'occasione.
Pare brutto tener fede ad un programma individualista quando l'alternativa è una giornata bonus con tutta la famiglia. Vabbè, farò una corsetta all'alba come fosse Domenica e poi tutti a Venezia in treno. Che siamo l'unica famiglia che a Venezia ci va a Carnevale appena finito, giusto per gustarsela ancora più decadente.
Poi ancora, quindici giorni fa, cado in garage e mi incrino una costola. Corricchio e tengo botta ma il dolore passa molto più lentamente di quanto mi sarebbe piaciuto. L'altra sera, mentre spogliavo Pee per metterlo in doccia sento un crack alla schiena. Probabilmente i muscoli del torace si sono stancati di fare il lavoro della costola e mi hanno mandato a fare in culo.
Quindi oggi non so se sarò a Venezia o a casa e, nel caso, cosa farò.
Di sicuro c'è che compio 40.
Dovevo nascere Ariete, invece ho iniziato subito a fare quello che arriva in anticipo e son capitato Pesci. 
Da giovane volevo fare il musicista in gruppo indie rock quando ancora nessuno sapeva cosa fosse l'indie rock. Forse per quello ho cambiato programma. 
Dicevo di voler andare al cinema una volta a settimana ma ho spesso preferito una pizza e quattro chiacchere con gli amici. 
Mio padre mi voleva ingegnere e per un po' ho pensato di poterlo diventare. 
Dovevo fare lo psicologo ma un lavoro di cui mi sono innamorato mi ha portato altrove. 
Mi sarebbero bastati due figli ed ora, con tre, mi chiedo se sarebbe stato vero. 
Non ho ancora smesso di sperare di poter dimagrire e ieri Silver per la prima volta ha ammesso che, in effetti, la pancia è un po' calata.
E così mi auguro almeno altri 40 anni, tutti di progetti da disattendere. 

lunedì 3 marzo 2014

Notti da Oscar

Visto che titolo paraculo?
Cosa non si fa per un paio di visualizzazioni in più... oggi staranno tutti cercando articoli sugli Oscar ed io faccio fiscing. Che non so come si scrive, sicuramente non come l'ho scritto io, e nemmeno cosa sia di preciso.
Però, cari amici cinofili, non siete passati invano: forse non sapete che l'Academy Award si chiama Oscar per via del cugino di una dell'organizzazione che somigliava alla statuetta.
Ah, lo sapevate già?
Che poi sto cuggino cos'era? Pelato? Nudo? O con uno spadone di tal misura?
Ha vinto anche "La Grande Bellezza" che non ho visto ma lo danno domani sera in tv. Solo che i miei mi hanno invitato  a mangiare il salame cotto com'è tradizione al martedì grasso. Toccherà aspettare, caro Sorrentino... se solo sapessi scaricare selvaggiamente da internet o guardare i film in streaming.
Se scherza!

Ma la nostra Grande Bellezza è il fatto che i bimbi hanno ricominciato a dormire nel loro letto.
Tutti e tre, contemporaneamente.
Senza aver fatto nulla per cambiare le cose. Se non dire ogni sera "Mi raccomando ragazzi dormire tutta la notte nel vostro letto".
Come si faceva da diversi mesi a questa parte.
E poi, un mattino, come d'incanto, Silver ed io ci siamo svegliati vicini, senza nessuno in mezzo e, soprattutto, senza una chiappa fuori dal letto.
E questo dura ormai da qualche settimana.
Funziona il libro "Il sonno dei bambini" di GenitoriCrescono.
Non tanto perché dia chissà che consigli. Io mica l'ho mai finito... ogni volta che lo apro ricominciano a dormire. Maggico!
Nessuna aspettativa sul futuro, chiaramente. Godiamoci il momento. E se è vero che "La Grande Bellezza" fa dormire, che sia almeno una bella dormita.
Buona settimana a tutti.