mercoledì 1 luglio 2015

In Montagna si va a piedi

Ciao. Non sono mica morto, sapete?
Sono stato in vacanza, a dire il vero.
Per la precisione direi che sono stato in montagna con la famiglia. Non so se si possa definire davvero una vacanza, anche se di certo è un bello stacco dalla quotidianità.
Quotidianità che, come dimostra la mia sostanziale assenza dal web, è ormai piuttosto ingolfata di avvenimenti che non consentono più nemmeno di metterci dentro qualche corsetta ben fatta. Infatti nella gara che ha chiuso la settimana di ferie (che racconto qui) non è che sia andato proprio come un razzo.

Ma non volevo stare qui a lamentarmi come le vecchie zie che le vedi una volta all'anno e si lamentano di tutto, compreso il fatto che le passi a trovare solo una volta all'anno il che, diciamolo, non è che ti faccia venire la voglia di andare a trovarle di più.

La montagna dicevo; dopo quattro anni al mare al "Calma Piatta village", ci siamo detti che gli zebedei (famosa unità di misura ittita) erano colmi e che c'era bisogno di qualche cosa di nuovo.
Niente di meglio che venire sorteggiati per una corsa a Cortina proprio quando cadono le ferie canoniche. Così la settimana a Jesolo diventa settimana in Cadore.
Ok! Problema: in Cadore l'ultima di Giugno è bassa stagione. Tutto chiuso.
Cortina pare Mezzaselva di Roana (in alta stagione).
Si può camminare o andare in bicicletta.
Per camminare serve munirsi di itinerari adatti ai bambini.
Occhio che "facile" è un termine che si presta a molteplici interpretazioni. Facile per un adulto non è detto che lo sia per un bimbo di 5 anni.
È pur vero che per un bimbo di 5 anni, quello che oggi è facile, domani pare na ferrata.
Si può pure andare in bicicletta. Noi lo abbiamo fatto: noleggiato 4 bici ed un seggiolino e messo in pari il bilancio di giugno del noleggiatore Cortinese.
Ma a parte questo è meglio chiedere alla gente del luogo perché "pendenza ferroviaria" in gergo significa poca pendenza, ma mia moglie preferisce la discesa (per quanto ferroviaria anch'essa).
Tant'è!
Non è che sia proprio automatico che i bimbi facciano quello che gli chiedi, ma abbiamo sviluppato una tecnica: il racconto di altre storie.
Serve anche per affrontare la corsa di fondo, bisogna tenere occupata la mente in altre cose.
Il primo giorno abbiamo fatto quasi 800 mt di dislivello raccontando la trilogia del Batman di Nolan. Siccome non la possono guardare se la fanno raccontare. È bastato ripeterla due o tre volte ed i 14 km sono volati.
Il secondo giorno si è andati di Harry Potter. Capitoli dall'1 al 4 per 27 km in bicicletta sulla Lunga Via delle Dolomiti.
Il terzo giorno, sulle Tre Cime di Lavaredo non è servito raccontare un ostrega perché perfino tre piccoli scassapallottole come i miei non rimangono indifferenti di fronte a tanta magia e alle storie della guerra mondiale.
Il quarto giorno anche se ho sbagliato sentiero e ho fatto fare a tutti un drittone verticale in mezzo ad una pista di sci (senza neve), sono arrivati in cima e poi tornati giù con un refrain sempre su Harry Potter. Litigando di tanto in tanto fra di loro su quale parte della storia il papi doveva raccontare (che la mamma durante i film si addormenta e quindi non è affidabile).
Funziona molto anche "L'indovina il personaggio": si dice solo il titolo del film o del racconto e loro a casaccio cercano di indovinare chi è.
Sono due tecniche che vanno benissimo anche per le trasferte in macchina, se i vostri figli, come i miei, dopo 4 dei 200 km previsti iniziano a chiedere quanto manca. 
Il sabato c'era la gara (vi ho detto di leggerla, no? Cortina Trail) e loro erano lì al traguardo che mi aspettavano per la passerella d'onore. Naturalmente c'è sempre uno dei tre che non la vuole fare, hai visto mai che una foto possa venire bene con tutti.
"Ma Papì, non arrivavi mai..."
Sono soddisfazioni. 


Leggetevi il post sulla gara che ci tengo.
E ricordatevi di Occhio al Nikio 2015. A questo ci tengo anche di più.

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