venerdì 18 marzo 2016

Sovrumani silenzi e profondissima quiete

Sono un privilegiato. 
Domani ci sarà Ultrabericus 2016, la mia terza, quarta, boh... forse addirittura quinta ultra.
Dovrei fare mente locale ma sono troppo occupato a pensare se Ultratrail è maschile o femminile.
Chi lo sa?
Dicevo che sono un privilegiato. Domani è la festa del papà ed io posso mettere scarpe da corsa e vestirmi da supereroe ed andare a scorrazzare con gli amici sui colli per una decina di ore scarse (spero).
Il primo privilegio è poterlo fare, essere ancora qui a cavalcare la tigre, tutto sommato più in forma di quando avevo 25 anni. Non è difficile, sapete, soprattutto se a 25 anni eravate già obesi.
Ma in generale, leggere il post dell'anno scorso, mi fa un certo effetto. All'ultimo commento scappa ancora il magone. Pensare che con Paolino si doveva correre assieme già quella e, si era detto, anche questa.
Ma basta tristezza, sennò che privilegiati siamo?
I miei mi aspetteranno all'arrivo. Sperando di arrivare, che non è mica scontato che visto che siamo arrivati l'anno scorso arriveremo di sicuro anche quest'anno. Già mi carica il pensiero.
Mi carica anche l'idea che Silver si organizzi per esserci e facciano battute: "Correte piano e lasciateci il bancomat". Che in effetti l'arrivo in centro città ha un suo perché.
E anche se retto il ruolo della moglie che non capisce queste cose per tutto l'inverno, lei è tornata con un paio di accessori tecnici comprati apposta per la gara. È il suo modo di correre con me, e mi va anche bene, perché, se davvero corresse, probabilmente non riuscirei a starle dietro.
Oggi il giorno prima e l'aria sembra più elettrica del solito. E non è solo perché c'è il sole ed è asciutto.
Se ci sarà il sole di oggi sarà uno spettacolo. Sarà correre verso un orizzonte nascosto dalle colline, come superare la siepe dell'Ermo Colle per Leopardi. Gli avrebbe fatto bene anche al povero Giacomino, forse, smetterla di sedere e mirare, saltare la siepe e andare in cerca di un nuovo orizzonte.
Di sicuro nessuno si ricorderebbe di lui e sarebbe un peccato, ma credo che si sarebbe divertito decisamente di più.
Così, in questa (poca) immensità s'annega il pensier mio in questa vigilia di ultratrail. A me che si ricordino di me non frega una sega. Domani il naufragar mi sarà dolce, anche se saranno colline.

1 commento:

  1. Essere lì, a cavalcare la tigre, è una sensazione fantastica.
    Naufragi o no.
    Dacci dentro, Gae.

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