mercoledì 27 aprile 2016

Radiosi

Sono passati trent'anni da Cernobyl.
Avevo 12 anni e la primavera era mite.
O meglio, non ricordo come fosse la primavera nel 1986, ad essere sincero. Ai bimbi non importa un granché delle previsioni del tempo e nel 1986 il mondo non si preoccupava molto della situazione climatica. C'erano Bernacca e Caroselli che facevano un'unica apparizione al giorno in tv. Nessuno degli adulti che viveva con me pareva dare troppo peso a quello che dicevano, anche se non era disponibile l'opzione "spegniamo la tv" e neppure quella "guardiamo altro".
Ricordo che ce ne parlò un professore a scuola.
Beh, non che lo abbia fatto il 26 aprile, data del disastro. Lo avrà fatto, penso, il 29 se non addirittura il 29 aprile. La radioattività era arrivata in Svezia, ci dissero e facilmente anche più a sud.
La radioattività. Un po' non ricordo bene, un po' avevo 12 anni, ma per noi, nati negli anni '70 la radioattività era stata fino ad allora indissolubilmente legata alla bomba atomica e alla paura di una terza guerra mondiale. Cosa significava, ora, una centrale nucleare che esplodeva in Ucraina?
E poi, dov'è l'Ucraina? Cos'è l'Ucraina?
Si, io non avevo mai sentito nominare l'Ucraina. Unione Sovietica e Russia erano sinonimi, allora.
Il Prof di Italiano, che era anche il preside, ci spiegò che la radioattività è molto pericolosa, che è come quando fai i Raggi. 
"Prof, io i raggi li ho fatti un sacco di volte" dissi molto più sereno di quanto non fosse lecito (nella mia mente se ero sopravvissuto ai raggi sarei sopravvissuto anche a Cernobyl).
"I raggi durano pochi secondi; se hai notato, in ospedale, i medici ed i tecnici che lavorano in quel reparto, hanno delle casacche di piombo per proteggersi.
"Chiedete anche al prof di Tecnica, lui vi spiegherà meglio".
Ci parlarono dei "Brutti mali" che potevano aumentare, con la radioattività di Cernobyl.
A casa i miei non si scomposero più di tanto, anche se i telegiornali parlavano di restare chiusi in casa, di non mangiare le verdure, di non far giocare i bambini sui prati.
Vabbè, mi dicevo, io manco mangio frutta e verdura, per un po' smetteranno di rompere i maroni. 
Col senno di poi penso sia stata la prima psicosi collettiva.
Che poi, psicosi; non è che fosse infondata. Solo che cosa fai? Resti davvero tappato in casa? Per quanto? Un milione di anni?
La nostra vita non cambiò più di tanto.
Anzi, proprio quel week end dovevamo andare a fare un picnic in montagna. Fico no? Non ci andavamo quasi mai, con la nonna anziana che aveva paura di stare a casa da sola, proprio quel week end. Solo che mio fratello ed io eravamo di turno a fare i chierichetti in chiesa (ognuno ha il passato oscuro che si merita). Toccava chiedere un cambio.
Chiedemmo a Luca, che accetto.
Sua madre si affaccio alla finestra e disse "Non c'è problema, chissà con questa storia di Cernobyl quando potremo ricominciare ad uscire per qualche scampagnata la domenica".
Riferii la riflessione ai miei che liquidarono tutto con una frase del tipo: "La mamma di Luca è ecologista, quelli sono pieni di manie".
Trent'anni dopo mi rendo conto che i miei genitori erano pressapochisti ed avevano torto. Nonostante ciò hanno fatto l'unica cosa che aveva senso fare: ci hanno insegnato a continuare a vivere. In qualche modo, nonostante tutto.

7 commenti:

  1. io ho la tua età, ma l'unica cosa che mi ricordo era che mia mamma non comprava l'insalata (che comunque io non mangiavo) e che con le mie amiche dicevamo che era meglio non prendere la pioggia in testa perchè ci sarebbero caduti i capelli
    forse anche per il latte c'era qualche problema, ma non ricordo che avessimo smesso di comprarlo
    e mi sentirei quasi sicura che a scuola non ci aveano detto niente

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  2. Anche io mi ricordo che se ne parlò in macchina andando in montagna. Rimasi colpito più che altro dall'esplosione della centrale, mi pareva già un avvenimento da film.
    Comunque, gran finale di post.

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  3. Scusate la marchettona, ma ne ho parlato da me in più post, se qualcuno fosse interessato ad approfondire.
    http://ilibridisandra.wordpress.com
    Grazie El Gae!

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  4. ricordo che qualche giorno dopo andai ad una comunione... un calco anomalo. Indimenticabile

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